Nel cuore del sud-ovest della Sardegna esiste un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, lasciando in dono torri di pietra, gallerie scolpite nella roccia e villaggi marinari in cui il passato si mescola con i profumi del mare. È il Sulcis-Iglesiente, una delle regioni più affascinanti e selvagge dell’isola, dove ogni curva del paesaggio custodisce memorie antiche, visioni industriali dimenticate e scorci mozzafiato.
Questo itinerario di 75,5 chilometri, percorribile in tre giorni, è molto più di un semplice viaggio: è un’immersione nella Sardegna profonda, quella delle miniere abbandonate, delle torri spagnole, delle tonnare secolari e delle isole gemelle, San Pietro e Sant’Antioco.
Cala Domestica e l’eredità mineraria: tra fiordi e ferro
Il viaggio inizia in uno degli angoli più sorprendenti del territorio: Cala Domestica, un’insenatura stretta tra alte falesie che somiglia a un fiordo nordico, ma che esplode nei colori caraibici del mare sardo. Il paesaggio è segnato dalla presenza di strutture minerarie abbandonate, testimoni del glorioso passato industriale della zona.
Proseguendo lungo la costa del Sulcis-Iglesiente tra torri e miniere, dove il mare racconta la storia, si incontra uno dei luoghi simbolo dell’archeologia industriale sarda: Porto Flavia, incredibile opera d’ingegneria scavata nella montagna, che affaccia direttamente sul mare. Di fronte si erge il Pan di Zucchero, un faraglione calcareo di 133 metri, custode silenzioso di secoli di storia mineraria.
Più a sud, il cammino costeggia la spettacolare Laveria Lamarmora a Nebida, un impianto di lavorazione dei minerali trasformato in belvedere sul Mediterraneo. A Gonnesa, invece, quattro spiagge si susseguono lungo un litorale dominato dai ruderi di una torre spagnola e dalla tonnara di Porto Paglia, dove il vento sussurra ancora storie di pesca e fatica.
Portoscuso: tra tonnarotti, torri e spiritualità
Nel tranquillo borgo di Portoscuso, la vita segue ancora i ritmi antichi del mare. Qui ogni pietra racconta di tonnarotti, di barche a vela latina, di notti passate in attesa del tonno. La Torre Spagnola, eretta nel XVII secolo, sovrasta le spiagge di Portopaglietto e La Caletta, mentre poco distante si trova la chiesa di Santa Maria d’Itria, accanto all’antica tonnara su Pranu.
Dai belvedere di Capo Altano, il panorama si apre su scogliere drammatiche che si gettano a picco nel blu, regalando una delle vedute più suggestive della Sardegna sud-occidentale.
Carloforte: l’anima ligure dell’isola di San Pietro
Una breve traversata separa Portoscuso da Carloforte, sull’isola di San Pietro, piccolo gioiello dove la cultura ligure incontra la tradizione sarda. Fondata nel 1738 da famiglie tabarchine, la cittadina conserva un’identità forte, fatta di dialetto, architettura e gastronomia uniche.
Simbolo dell’isola è la Torre di San Vittorio, costruita nel 1768 per difendere l’insediamento dagli attacchi barbareschi. Oggi ospita un museo e un osservatorio astronomico, diventando ponte tra passato e futuro.
Calasetta e il guardiano del mare
Tornando sulla terraferma – o meglio, su un’altra isola – si arriva a Calasetta, sulla punta nord di Sant’Antioco. Qui svetta la Torre di Calasetta, bastione del XVII secolo che sorvegliava il canale tra le due isole maggiori del Sulcis.
A pochi passi dal centro e dalla splendida spiaggia Sottotorre, la torre è oggi sede museale e simbolo dell’identità marinara di un paese che, pur con radici liguri simili a Carloforte, ha sviluppato una personalità distinta e affascinante.
Sant’Antioco: archeologia e natura selvaggia
L’ultima parte del viaggio attraversa Sant’Antioco da nord-ovest a sud-est, alternando spiagge selvagge e sentieri mediterranei. Tra ginepri, lentischi e corbezzoli, si aprono calette isolate come Cala Lunga e Cala Sapone, mentre il Nido dei Passeri regala viste cinematografiche su faraglioni che emergono dal mare.
Sulla strada verso sud, si incontrano le vestigia della Tomba dei Giganti di Su Niu e Su Crobu e il complesso nuragico di Grutt’i Acqua, testimonianze della civiltà nuragica.
Il percorso culmina con la Torre Canai, sentinella seicentesca che domina il Golfo di Palmas, uno dei luoghi più spettacolari e meno turistici dell’intera isola.
Un viaggio nella storia e nell’identità della Sardegna
L’itinerario nel Sulcis-Iglesiente non è solo una sequenza di luoghi straordinari, è un viaggio nella memoria mineraria, marina e spirituale della Sardegna, dove torri e miniere diventano simboli di resistenza, identità e bellezza.
Chi percorre questi sentieri cammina sulle tracce del passato, ma con lo sguardo proiettato verso un futuro sostenibile, consapevole e autentico.